New York City

La scena potrebbe sembrare ordinaria: due sposi che sparecchiano il tavolo della cucina dopo aver fatto colazione assieme.

Forse il fatto che entrambi siano ex Vendicatori non la rende meno mondana, nemmeno se si considera che lui è uno scienziato che ha combattuto durante le Crociate e lei un ex colonnello che ha fatto parte di una banda di avventurieri spaziali.

-Forse dovremmo trasferirci in uno dei miei castelli; sarebbe bello avere di nuovo un maggiordomo – scherza Dane Withman, alias il Cavaliere Nero.

-Chissà perché ti viene sempre in mente quando è il tuo turno di lavare i piatti – gli risponde sua moglie Carol Danvers, meglio nota come Miss Marvel – Oh, a proposito di maggiordomi, ieri ho parlato con Kyle.

-Nottolone?

-Già. La Valchiria è sulla Terra per qualche giorno, così Kyle vorrebbe riunire i vecchi Difensori per una serata nella sua villa.

-Mi sembra un’ottima idea – risponde Dane con tono poco convinto, seguito da troppi secondi di silenzio.

-Che c’è?

-Kyle proporrà di fare un altro tentativo con la squadra, lo sai com’è fatto. Per lui è fisicamente impossibile trovarsi in una stanza con altri super-eroi senza proporre una nuova formazione dei Difensori. E francamente, se me lo chiedesse adesso non saprei cosa rispondergli. Non posso dirgli del tuo lavoro allo S.W.O.R.D., vero?

-Non avrei dovuto dirlo nemmeno a te, per quanto è Top Secret. Senti, perché non inviti Kyle e gli altri per cena? Oggi è il mio primo giorno di lavoro, dovrei riuscire a sbrigarmela abbastanza in fretta.

-Ouch. Non avresti dovuto dirlo; lo sai che adesso ti ritroverai imprigionata dalla tua nemesi, vero?

-Non ho una nemesi, Dane – risponde Carol, avvicinandosi al marito per dargli un bacio sulla guancia.

-Ci vediamo stasera – lo saluta, aprendo la finestra della cucina.

In un lampo di luce gialla, i suoi vestiti lasciano spazio al costume di Miss Marvel e Carol Danvers scompare.

 

Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: Descrizione: https://www.comicus.it/marvelit/images/loghi_storie/SWORD2.jpg

di Fabio Furlanetto

#2 – Di necessità virtù

 

La Vetta

12.000 Km sopra il Polo Nord

A questa altitudine è possibile osservare l’intero pianeta Terra. E’ la distanza ideale per rendersi conto di quanto sia piccolo, ma non abbastanza lontani da dimenticarsi perché è importante.

Miss Marvel si è lasciata alle spalle l’atmosfera da parecchi chilometri, e quando si ferma per osservare la stazione spaziale i suoi capelli biondi fluttuano in assenza di gravità. Si avvicina rapidamente al punto d’incontro che le è stato specificato: un portello ad iride che si apre e si richiude con la velocità di uno scatto fotografico.

Dall’altra parte dell’iride c’è un ufficio ultramoderno, dove una donna dai capelli verdi è seduta appoggiando gli stivali sulla scrivania. Di fronte a lei c’è l’ologramma di uno schermo di computer su cui sono proiettati i rapporti dell’organizzazione.

-Sei in anticipo – si lamenta Abigail Brand, Direttrice dello S.W.O.R.D., premendo un pulsante sugli occhiali per far svanire l’ologramma.

-Non ero sicura di trovare la stazione in tempo, così sono partita un po’ prima. Questa base dev’essere costata una fortuna.

-Solo un centinaio di miliardi, abbiamo risparmiato parecchio facendola portare in orbita da Quasar.  Solo una frazione dei soldi che ogni governo spende per evitare che gli altri abbiano mezzi migliori per ammazzarsi a vicenda, se ci pensi. Perché la maschera?

Spiazzata dalla domanda, Miss Marvel risponde sulla difensiva:

-Perché gli occhiali da sole?

-Dalla mia metà aliena non ho ereditato solo il colore dei capelli. Ti ho scelta come comandante in campo della divisione super-umana dello S.W.O.R.D., Danvers, non credo tu mandi un buon messaggio mascherandoti.

-Prima di tutto, Miss Marvel è un comandante S.W.O.R.D. Carol Danvers è una scrittrice di fantascienza con un passato militare che adesso lavora come consulente per le Nazioni Unite, non ricorda?

-Super-eroi – alza le spalle la Brand, alzandosi in piedi. In risposta ad un rapido gesto, la scrivania proietta l’ologramma di una donna dal trucco pesante la cui capigliatura sfida la forza di gravità grazie a quantità disumane di gel.

-Lyla Cheney. Mutante inglese con la capacità di teleportarsi su distanze interstellari, recentemente in tour per la Galassia Shi’ar.

-La conosco. Pessima musica – cerca di scherzare Carol, ma la Brand mantiene il tono serio.

-Il suo ultimo concerto a Vul’re è stato interrotto da simpatizzanti di D’Ken ed è scoppiata una rivolta. Cheney si è teleportata fuori dal sistema, lasciandosi dietro il proprio entourage; è stata avvistata l’ultima volta a Rigel, dove uno dei miei informatori ha piazzato un localizzatore sulla sua nave.

-Che razza di informatori abbiamo su Rigel?

-Rigelliani. Non hai domande più intelligenti da fare, Danvers?

-Del tipo “perché una mutante che può teleportarsi da una galassia all’altra in un batter d’occhio si sta spostando su un’astronave” ?

-I Vendicatori hanno perso un genio. Prendi la tua squadra ed intercetta Cheney su Alpha Centauri, arriverà tra circa un’ora. Scopri che cosa è successo su Vul’re, da quando è scoppiata la rivolta è impossibile ottenere informazioni da quel settore; verifica l’origine di quella nave, e se non riesci a scoprirla sequestrala.

-Sissignora. Quale, uhm, quale nave posso utilizzare?

-Non abbiamo navi disponibili, Danvers, hai fatto saltare in aria una delle due a nostra disposizione e la seconda non tornerà da Vega prima di domani.

-Brand, Alpha Centauri è a quattro anni-luce. Come ci arrivo in un’ora senza un’astronave?

-Improvvisa.

 

Livello abitativo 4

Jakob Molnar osserva fiero la bandiera latveriana in bella mostra sul muro. Mette una mano sul cuore e recita con convinzione:

-Giuro fedeltà al Regno di Latveria, grande nazione sotto Destino; possa il Re sconfiggere i suoi nemici e governare su tutta l'umanità con la sua saggezza e la sua forza.

Mentre pronuncia il giuramento, Jakob non si accorge che qualcuno lo sta osservando.

-Devi esserti esercitato a lungo per non metterti a ridere mentre dici scemenze del genere.

-Légion. Non si bussa in Francia?

-Ma se non sai niente della Francia.

-E tu non sai niente di Latveria.

-Non mi è mai sembrato ci fosse molto da sapere.

-Sono pronto per la missione, se è quello che volevi chiedermi – risponde Jakob con tono aspro, incrociando le braccia e lo sguardo di Légion.

-Lo so che lo sei: hai già aperto un portale iperspaziale nella Galassia Shi’ar. Vorrei capire come facevi a sapere di poterlo fare.

Capitan Universo alza le spalle. Légion reagisce indicandolo con tono accusatorio:

-Non so che razza di accordo hai fatto con la Brand, ma so che non ci si può fidare di un latveriano. Qualunque sia il tuo gioco, guardati bene le spalle.

Detto questo la francese si allontana, senza lasciare a Jakob diritto di replica. L’energia aliena che risplende nei suoi occhi significa che la discussione non sarà così tanto pacifica in futuro.

 

Alpha Centauri

L’informazione è naturalmente Top Secret, ma c’è un portale Shi’ar vicino al Sole che può condurre quasi ovunque nell’universo, se si sa come fare.

Ufficialmente, la Terra non ha la tecnologia per farlo e lo SWORD non è autorizzato ad avvicinarsi.

Una grande esplosione di luce indica l’attivazione del portale, anche se eclissata dalla presenza delle tre stelle del sistema.

Tre degli umani appena apparsi sono scossi dall’esperienza. Starlight è l’unica a non indugiare, indicando invece la più grande delle tre stelle:

-Ho individuato la nave sospetta, a cinque UA [1] da noi.

L’eroina russa si mette subito in volo verso la destinazione; Capitan Universo la segue poco dopo, cercando di non dare a vedere quanto lo abbia spossato l’uso del portale.

Miss Marvel esita prima di partire, voltandosi verso Légion: la francese di colore è fluttua nello spazio, protetta dal campo di forza del proprio costume tricolore.

-Un passaggio, signora? – chiede via radio.

Miss Marvel si avvicina e la stringe a sé, accelerando poi alla massima velocità per raggiungere il resto della squadra.

-Vorrei farle notare, signora, che il resto della squadra avrebbe dovuto aspettare il suo segnale prima di partire. Deve essere più risoluta con i sottoposti se si aspetta che le diano retta.

-Grazie per il consiglio, Légion.

-Avrebbe anche dovuto porre diverse obiezioni alla Direttrice Brand su questa missione: recarsi in territorio ostile con un membro della squadra che non può volare, un agente affiliato con una nazione dalle intenzioni discutibili, una…

-Légion, hai qualche problema con il fatto che io sia a capo della squadra per caso?

-No, signora. Sono convinta che lei sia la persona più qualificata del pianeta per guidarla, dopo di me naturalmente.

-Naturalmente. Ma a meno che non ci sia un pericolo imminente, che ne dici di farmi avere le tue lamentele dopo la fine della missione?

-Sì, signora. Sarà mia cura stendere un elenco dettagliato.

-Sono certa che lo farai – sospira Miss Marvel.

 

La nave è nel raggio visivo in pochi minuti, ma nessuna delle chiamate via radio riceve alcuna risposta. Carol si dirige rapidamente verso il portellone d’entrata, scardinandolo facilmente.

Esposta al vuoto dello spazio, l’aria all’interno della nave viene risucchiata con forza all’esterno; un raggio energetico di Capitan Universo la salda facilmente alla falla che si è formata.

-Il nemico sa sicuramente che siamo a bordo. Dovremo agire in fretta – suggerisce il latveriano.

-Non sappiamo ancora se si tratta di un nemico o meno, Capitano. Al momento questa è una missione di ricognizione e salvataggio – mette in chiaro Miss Marvel.

La porta si apre, rivelando un lungo corridoio vuoto. Si sente solo il leggero ronzio del sistema di ventilazione interno. Miss Marvel si dirige verso un terminale di accesso, grata di conoscere lo Shi’ar abbastanza da leggere i dati che sta mostrando.

-C’è qualcosa di strano. La temperatura è impostata a 15°C su tutta la nave; lo standard Shi’ar è di circa trenta.

-La Cheney potrebbe averla re-impostata – suggerisce Capitan Universo.

-Per abbassarla? – chiede con poca convinzione Légion.

La porta all’altro lato del corridoio si apre. Miss Marvel riconosce immediatamente Lyla Cheney, che fa un passo incerto oltre la porta per poi appoggiarsi al muro.

-Sono Miss Marvel, agente SWORD. Tutto a posto, miss Cheney?

-Tutto è andato bene, grazie. Puoi lasciare ora.

C’è qualcosa di strano nella sua voce, un accento molto diverso da quello inglese.

-C’è un posto dove possiamo parlare? Ci sono diverse cose che vorrei chiederti.

-Non hai bisogno di restare. Devi andare. Grazie.

-Signora, questa donna è in evidente stato di shock – sottolinea Starlight.

-Lyla, forse è meglio se torniamo sulla Terra.

-No. Mi lasci in pace. Non avvicinarsi – risponde Lyla, digrignando i denti.

Miss Marvel si avvicina lentamente; ad ogni suo passo Lyla cerca di indietreggiare, ma tutto quello che riesce a fare è barcollare appoggiandosi alle pareti per non cadere a terra.

-Calma, Lyla, non voglio farti del male. Voglio solo…

-Grrrrrrr – ringhia la mutante, rannicchiandosi in un angolo.

Quando Miss Marvel si avvicina, il ringhio diventa più rabbioso. Quando infine Carol allunga lentamente una mano, Lyla scatta in avanti mordendole con forza il braccio.

Ovviamente, dato che il braccio di Carol è molto più resistente di quello di una donna normale, il risultato è che Lyla quasi si sloga la mascella nel tentativo di farle del male.

Qualsiasi tentativo di farla ragionare è superfluo, ormai: una debolissima scarica di energia le fa perdere i sensi, e Lyla crolla a terra.

-Cosa diavolo le è successo? – si domanda Légion.

-Starlight, aiutami a portare Lyla in infermeria. Légion, Capitano, perlustrate la nave per verificare che sia veramente deserta: non mi fido dei sensori.

-Non dovremmo portare la nave al quartier generale? – suggerisce Légion.

-Non abbiamo idea di che cosa sia successo a Lyla; fino a nuovo ordine, questa nave è sotto quarantena.

 

Infermeria

Tre dischi concentrici si posizionano lungo il corpo di Lyla Cheney, che fluttua a mezz’aria grazie ai generatori di anti-gravità. Gli schermi olografici mostrano una miriade di dati fisiologici, sfortunatamente tutti quanti in Shi’ar.

-Puoi leggerli? – chiede Starlight.

-Solo in parte. “Femmina adulta terrestre. Segni vitali normali”. Stranezza…no anomalia genetica, forse vuol dire mutante. Recupero recente…uhm…questo vuol dire “acqua”, questo “nucleo” e questo “pensiero”. E’ un po’ troppo tecnico per me, temo.

-Probabilmente “estrazione recente di liquido cerebro-spinale”.

-Conosci il gergo medico Shi’ar?

-Ero un neurochirurgo. Guarda.

Starlight indica una ferita ben visibile alla base del cranio di Lyla. Poco più sotto, alla base del collo, è stato applicato un dispositivo grande pochi centimetri che si è ben ancorato alla pelle.

-Questo dispositivo sta probabilmente inibendo il suo potere mutante; ecco perché non si è teleportata al sicuro. Avrei bisogno di leggere quei dati per saperne di più, ma la mia prima ipotesi è che Lyla sia stata catturata e sottoposta ad esperimenti medici.

-Puoi scollegare il dispositivo?

-E’ collegato alla sua spina dorsale, dovrei recidere i collegamenti con molta precisione. Potrò farlo molto facilmente una volta tornati alla base. Non credo sia stato questo a renderla instabile, però.

-Cosa te lo fa pensare?

-Il dispositivo le è stato applicato per renderla inoffensiva ed impedirle la fuga. Che cosa avrebbero ottenuto con…con…

Starlight si porta una mano alla testa, indietreggiando.

-Ti senti bene?

-<Andate via> - risponde in russo Starlight, alzando una mano verso Miss Marvel e rilasciando una scarica di energia.

Il colpo è sufficiente a scaraventare Miss Marvel dall’altra parte dell’infermeria. Non basta certo questo a metterla fuori gioco, e Carol si rialza subito in piedi.

-Starlight, non so cosa ti stia controllando ma-

Un secondo colpo di energia e Miss Marvel sfonda la parete. Si rialza togliendosi di dosso le macerie.

-Okay. Colpo fortunato. Starlight, qualcosa ti sta controllando come controllava Lyla, devi combatterla!

-<Basta combattere. Lasciatemi in pace per favore>.

-Vuoi smetterla di combattere? Ci penso io – replica Miss Marvel, il cui corpo è avvolto da energie aliene quando vola verso Starlight pronta a colpirla.

Starlight ne blocca il pugno senza scomporsi, assorbendo l’energia generata da Carol come se nulla fosse.

-<C’è una barriera nella tua testa che mi tiene fuori>.

-Sì, essere Vendicatori ha i suoi vantaggi [2] – risponde Carol, afferrando Starlight e volando verso l’alto sfasciando il soffitto.

 

Sala macchine

Légion e Capitan Universo oltrepassano lentamente l’ingresso, osservando con meraviglia l’avanzatissima tecnologia aliena che alimenta questo vascello.

-Qui resto io, tu prosegui con le ricerche – ordina Légion.

-Non credo sia saggio separarci. Dubito che quel tuo campo di forza ti proteggerebbe da un assalto degno di questo nome.

-Come se mi fidassi a lasciare un latveriano solo con un motore iperspaziale.

-Farò finta di non aver fatto caso alla tua insinuazione, Légion. Ma per la cronaca, Latveria ha già a disposizione la tecnologia per viaggiare più veloce della luce.

-Vuol dire che ve ne andrete fuori dai piedi presto, allora?

-La tua mancanza di rispetto sta iniziando a…a…

Capitan Universo inizia a barcollare; Légion si sbriga ad afferrarlo per evitare che crolli a terra.

-Molnar, che ti prende adesso!?

-<Andate via> - risponde il Capitano in un’altra lingua; una barriera di energia cosmica avvolge il suo corpo, respingendo Légion che solo grazie alle proprie abilità acrobatiche riesce a non schiantarsi su un pannello di controllo.

-Quello era…russo?

-<Basta combattere. Lasciatemi in pace per favore>.

-<Non voglio combatterti. Possiamo risolvere la cosa pacificamente> - risponde Légion in russo.

-<C’è una barriera nella tua testa che mi tiene fuori>.

-<Ho già fin troppa gente nella mia testa, grazie. Eri tu a controllare mentalmente Lyla, prima?>

-<Mi servivano delle mani per usare i comandi. Ho un inibitore che mi impedisce di usare la telecinesi>

-<Possiamo aiutarti a toglierlo. Non vogliamo farti del male>.

-<Ti credo. Non posso controllare la tua mente, ma posso leggerla. Se lascio andare il tuo amico, prometti che non mi farete del male?>

-<Promesso>.

-Cosa? Smettila di parlare francese – risponde Capitan Universo.

 

All’esterno della nave

Starlight e Miss Marvel sfondano una delle paratie, finendo per prendersi a pugni nel vuoto dello spazio avvolte da una nube di radiazioni.

-<Starlight, cerca di riprenderti!> - dice Miss Marvel, parlando in russo nel tentativo di calmarla.

-<Era nella mia testa! E’ entrato nella mia testa!> - risponde Starlight, il cui corpo inizia a surriscaldarsi. Le due sono raggiunte da un comunicato via radio:

-Légion a Miss Marvel. L’alieno ostile si è arreso.

-Digli di lasciare libera Starlight!

-Lo ha già fatto.

-Prova a farlo capire a lei!

-<Vattene via! Vattene via!> - sta urlando Starlight, il cui corpo è ormai avvolto da energia rossa.

-<Starlight, calmati! Non c’è nessuno nella tua testa!> - risponde Carol, afferrandola per le spalle nel tentativo di scuoterla.

Carol deve immediatamente lasciare la presa: non solo Starlight è incandescente, ma guardarla le fa bruciare gli occhi.

-<NESSUNO ENTRA NELLA MIA MENTE!!!> è l’ultima cosa che Miss Marvel sente, prima di essere costretta ad allontanarsi.

Con un urlo di rabbia, Starlight rilascia una scarica di energia nucleare a dir poco immensa in direzione di una delle stelle di Alpha Centauri.

Per molti anni, gli ora primitivi centauriani si ricorderanno della stella rossa apparsa improvvisamente nel loro cielo per poi svanire rapidamente come era apparsa.

Quando Carol riapre gli occhi, può ancora sentire il calore sulla propria pelle. Starlight è di fronte a lei, non più avvolta dall’energia ed incredibilmente composta.

-Signora. Credo dovremmo tornare dentro.

-Cosa diavolo è successo!?!?

-Ho perso momentaneamente il controllo. Non accadrà più.

-Starlight, quello sembrava più…

-Non. Accadrà. Più – scandisce Starlight, aggiungendo dopo un intero secondo: -Signora.

“Lo spero bene, perché se non ti fossi fermata avresti vaporizzato la nave” pensa Miss Marvel, decidendo però che non è il momento migliore per dirlo.

 

Sala comandi

C’è un silenzio imbarazzante tra i quattro membri della squadra; nessuno di loro si immaginava che la prima missione ufficiale sarebbe stata così strana.

-Sicura che l’alieno non sia più ostile, Légion? – chiede Miss Marvel.

-Se così non fosse possiamo occuparcene facilmente – risponde invece Capitan Universo.

-Può leggerti la mente, ricordi?

[Ed ha anche un ottimo udito. Entrate, per favore] – risponde una voce nelle loro teste.

Quando la porta si apre, un cane in tuta da astronauta li sta aspettando scodinzolando.

[Salve, compagni. Io sono Cosmo]

-Neanche le avventure dei Difensori erano così strane – scuote il capo Miss Marvel.

 

Pochi minuti dopo, Carol sta impostando la rotta verso la Terra. Capitan Universo è al suo fianco, con le braccia incrociate e lo sguardo severo rivolto verso il cane.

Cosmo è in braccio a Légion che lo sta accarezzando. Starlight è appoggiata al muro all’altro lato della sala comandi.

-Cosa diavolo ci faceva un cane nella galassia Shi’ar!? – chiede Capitan Universo, anche se tutti i presenti si sono posti la stessa domanda.

[Non so come mi sono ritrovato lì. L’ultima cosa che ricordo è di essere andato a fare una passeggiata su Aldebaran, e poi niente]

-Non è esattamente quello che intendevo…

-Dicci chi ti ha catturato – va dritta al punto Miss Marvel.

[Si chiamava Devos. Non so di che razza fosse perché indossava un’armatura pesante, ma mi ha messo in una gabbia nel suo zoo privato. Diceva che ero un pericolo per l’universo, che tutti gli esseri viventi capaci di fare la guerra dovevano essere uccisi perché regnasse la pace. Non credo che fosse molto a posto con la testa].

-Lo conosco, è un nemico dei Fantastici Quattro. Aveva catturato anche Lyla?

[No, lei non c’era nello zoo. Mi ha portato da questo tizio che…non credo che le parole siano sufficienti a rendere l’idea. Posso trasmettere nelle vostre menti ciò che ho visto].

-NO – risponde Starlight alzando la voce, ma senza perdere la calma in altro modo.

-D’accordo. Mostralo solo a noi tre, Cosmo – decide Miss Marvel.

-Signora, con tutto il dovuto rispetto… - inizia ad obiettare Légion.

Lo sguardo che ottiene in risposta da Miss Marvel potrebbe fulminare Thor, e basta a farla stare zitta.

A giudicare dal sorrisetto di Capitan Universo, questo piccolo momento gli ha appena fatto provare più rispetto per il proprio ufficiale superiore di quanto avesse fatto finora.

[Bene. Preparatevi]

 

Settimane fa, nella Galassia Shi’ar

La caverna è illuminata solo dalle torce appese alle pareti, in pieno contrasto con le armature dei soldati Shi’ar che stanno marciando.

Stanno portando con sé una gabbia che contiene Cosmo. Forse perché l’immagine mentale è dalla sua prospettiva, Devos sembra molto più grande ed imponente di quanto non sia in realtà.

In fondo alla caverna c’è un grande oggetto rettangolare coperto da un velo con i simboli della famiglia imperiale, ed un un umanoide avvolto da un’ampia tunica che ne nasconde i lineamenti.

Non fa una piega quando Devos con gli artigli che escono dal polso sinistro taglia a metà la testa di una delle guardie mentre con l’altra mano lancia una scarica di plasma che fonde il petto della seconda.

Devos guarda l’umanoide dal basso verso l’alto, visto che quest’ultimo è alto quasi tre metri.

-Devos il Devastatore. Ricercato per genocidio multiplo in quattro galassie. Un curriculum interessante.

-Non mi interessano i tuoi complimenti, Urthona. Sei stato stupido a lasciarmi entrare nella tua fortezza; la bestia telepatica vale davvero così tanto, per te?

-La tua devozione sarà utile ai piani del Sovrano, Devos. Giura eterna fedeltà al tuo signore ed avrai quello che desideri.

-L’unica cosa che desidero è la pace, Urthona. E perché la pace regni, chiunque possa iniziare una guerra deve essere ucciso!

Devos fa fuoco verso l’umanoide, ma i colpi si fermano a mezz’aria. Urthona abbassa il cappuccio, rivelando dei lineamenti alieni che darebbero gli incubi a qualsiasi umano. Allunga allora una mano, ed i suoi artigli si conficcano nell’armatura di Devos come se non esistesse.

Devos crolla a terra, e l’ultima cosa che riesce a vedere è il proprio cuore pulsante nelle mani di Urthona.

Durante tutto questo, Cosmo si è rannicchiato in un angolo della gabbia e sta tremando. Il suo cuore batte all’impazzata quando l’artiglio di Urthona entra nella gabbia e si avvicina…per accarezzarlo.

-Sshh, sshh. Tu non vuoi che Urthona si arrabbi con te, vero cagnolino?

Un sospiro di terrore è l’unica risposta di Cosmo.

-Bravo cagnolino.

Urthona strappa il velo che ricopre la bara di cristallo trasparente, rivelando chi contiene: D’Ken, l’ex Imperator Shi’ar. Naturalmente non è una bara perché D’Ken non è morto, ma solo in animazione sospesa.

-La mente di D’Ken è stata ridotta in pezzi per colpa del contatto con la Forza Fenice, cagnolino. Ora tu ed io la rimetteremo in sesto. La tua mente è troppo primitiva per essere danneggiata come la sua. Ed io ho visto cose molto più spaventose.

 

Alpha Centauri

L’illusione è stata incredibilmente convincente, forse fin troppo per quanto riguarda i presenti.

-La prossima volta voglio astenermi anch’io – confessa Capitan Universo.

-Che cosa è successo dopo? – chiede Miss Marvel, cercando di mantenere una facciata di sicurezza nonostante sia stata spaventata come gli altri.

[La mente di D’Ken era frammentata. Ho ricucito tutti i pezzi, o almeno credo: era difficile capire dove finiva il mio potere e cominciava quello di Urthona. La sua non era telepatia, era qualcosa di diverso…magia, credo]

-Quindi D’Ken è guarito, ora?

[Può muoversi e parlare, sì. Ma la sua mente è…non credo che D’Ken fosse sano di mente ancora prima di incontrare la Forza Fenice. Probabilmente sarebbe capace di ingannare qualsiasi telepate, ma io ero presente nella sua mente quando si è risvegliato: D’Ken non è più capace di formare un pensiero proprio. E’ una completa marionetta nelle mani del suo padrone]

-Urthona?

[No. E’ difficile spiegarlo a chi non è un telepate…ma quando abbiamo terminato l’operazione, Urthona ha passato i fili della marionetta a qualcun altro. Urthona lo chiamava il Sovrano]

-Lo hai visto?

[No, non si è mai fatto vedere. Anzi, sospetto che nemmeno Urthona lo abbia mai incontrato di persona. L’unica cosa che so è che Urthona parlava di lui con molto rispetto…o forse dovrei dire timore reverenziale]

-Oltre al fatto che ha il completo controllo di una delle tre fazioni della guerra civile Shi’ar, un mago a sua completa disposizione, ed una flotta di navi dalla tecnologia così avanzata da poter sconfiggere la flotta di Deathbird in un sol colpo.

[Sì, c’è anche quello. Ora che ne dite di riportarmi al Cosmodromo più vicino? Scommetto che sarò celebrato come Eroe dell’Unione Sovietica!]

 

La Vetta

12.000 Km sopra il Polo Nord

Abigail Brand entra nell’infermeria, dove una Lyla Cheney in camice d’ospedale sta urlando in faccia a Miss Marvel:

-Non mi interessa se siete i dannati Vendicatori o cos’altro, quella nave è mia!

-L’hai rubata.

-Non potete dimostrarlo!

-Tu puoi dimostrare di esserne la proprietaria?

-Cheney – attira la sua attenzione la Brand. La mutante si volta a guardarla, ritrovandosi puntata in faccia una pistola al plasma.

-Schiva – dice la Brand, premendo il grilletto.

Lyla svanisce in un batter d’occhio, ancora prima che la pistola abbia il tempo di fare “clic”. La Brand rifodera l’arma, contando a voce alta:

-Tre, due, uno…

-Sei completamente impazzita!? – risponde Lyla, riapparsa all’improvviso all’altro lato della stanza.

-Rilassati, non era carica. Ora che abbiamo testato che il tuo potere funziona di nuovo, sei libera di andare. Ti ricordo che lo SWORD è un’organizzazione segreta, quindi ti pregherei di non parlare con nessuno del nostro incontro.

-Con piacere – risponde Lyla, mostrando il dito medio prima di svanire in un’altra galassia.

-Direttrice Brand, con tutto il rispetto, è una buona idea avere Lyla come nemica? Il suo potere avrebbe potuto tornarci molto comodo – giudica Miss Marvel.

-Cheney è una teppista, Danvers. Lo SWORD non può permettersi agenti instabili da cui guardarsi le spalle ad ogni missione. A proposito, com’è andata la prima uscita sul campo della tua squadra?

Miss Marvel esita un istante prima di rispondere.

-Soddisfacente, Direttrice Brand. Il gruppo è ancora acerbo ma posso fidarmi di ognuno di loro.

 

New York City

Sono le quattro di mattina quando Miss Marvel entra dalla finestra della propria casa, trasmutando il proprio costume negli abiti civili di Carol Danvers.

Il salotto è completamente in disordine. Suo marito Dane è addormentato sul divano, russando stringendo a sé la Lama D’Ebano del Cavaliere Nero.

Si sveglia quando Carol lo bacia sulla guancia.

-Uhm. Ciao – la saluta, ancora mezzo addormentato.

-Ciao. Scusa il ritardo; com’è andata la festa?

-Visto che non arrivavi i ragazzi sono venuti qui ad aspettarti. Abbiamo fatto un po’ tardi e la Valchiria ha voluto collaudare la sua nuova spada.

-In salotto.

-Sai com’è fatta Val. Com’è andata la prima missione? – chiede Dane.

-Oh, niente di che. Abbiamo combattuto un cane sovietico telepatico. Il mio secondo in comando vuole prendere il mio posto, un agente è un fanatico, un’altra ha avuto un attacco psicotico che mi ha quasi fuso la faccia. Abbiamo scoperto una cospirazione intergalattica che potrebbe far scoppiare una guerra di proporzioni inimmaginabili, ed ho mentito al mio diretto superiore dicendo che è andato tutto alla perfezione.

-Quindi? Ripensamenti sulla nuova carriera?

Carol Danvers bacia ancora il marito, prima di rispondere sorridendo:

-Neanche per un secondo.

 

CONTINUA !

 

 

 

Note

[1] Unità Astronomiche, la distanza media tra la Terra ed il Sole (circa 150 milioni di chilometri)

[2] Se leggete Vendicatori MIT, saprete che tutti i Vendicatori hanno ormai a disposizione un chip installato nel cervello che impedisce il controllo mentale. Se non lo fate, subito dopo aver finito questa storia assicuratevi di recuperare gli arretrati!